I bianconeri piegano il Losanna per 2-0 e si caricano per un finale di stagione incandescente

L’analisi tattica

Mister Croci-Torti sceglie un 4-3-3 con nuovi interpreti rispetto alla trasferta col Grasshoppers: dentro Hajdari, Sabbatini e Cimignani al posto di El Wafi, Belhadji e Bottani, tenuto a riposo per un fastidio muscolare. Per gli ospiti, mister Magnin sceglie un modulo a specchio con Sene riferimentio offensivo centrale, spalleggiato da Diabatè e Ilie. Il Losanna arriva da 5 risultati utili consecutivi, mentre il Lugano vuole continuare la corsa verso la vetta.

Lugano-Losanna-Grgic1
PH: Giacomo Foglia

Primo tempo

Gli uomini del Crus scendono in campo con il coltello tra i denti. Lo si evince sin dalle battute iniziali, con un Lugano aggressivo e ben posizionato in campo. La prima chiave della partita è la posizione di Milton Valenzuela, che spesso e volentieri si sgancia dalla posizione di terzino per venire dentro al campo e dar spazio alla sua tecnica. La posizione di Cimignani, sempre molto largo a sinistra, costringe infatti la statica difesa romanda ad allargarsi e permette al classe ’98 argentino di guadagnare metri preziosi per vie interne. La fluidità tattica, oramai si sa, è da tutta la stagione il punto di forza principale di questa squadra e lo si nota anche nel tridente offensivo. Bislimi è abile nel muoversi come raccordo lungo la catena di destra, perchè si alterna in fase di pressing con capitan Sabbatini ma accompagna sempre l’azione, alzandosi fin sulla linea dei 3 davanti e stando sempre vicno a Zan Celar. Sta di fatto che il Lugano accompagna l’azione sempre con 5 uomini, con anche Sabbatini a rimorchio, lasciando Doumbia, Mai e Hajdari in copertura.

Se da una parte c’è un Lugano che spinge e si muove bene, dall’altra c’è un Losanna che fa esattamente l’opposto. Che il problema dei romandi fosse in difesa era più o meno noto, ma nella serata di Cornaredo la retroguardia di Magnin ha visto davvero le streghe. Lenti nella manovra offensiva, statici e macchinosi nello scalare la posizione, soprattutto coi terzini. Il Lugano ne approfitta e complice la difesa balneare degli ospiti trova 2 reti in soli 10 minuti: prima con Bislimi, che sfrutta alla grande un traversone basso di Cimignani, poi con Grgic, che trova un inserimento da manuale e incorna il filtrante di un inspiratissimo Uran Bislimi.

Il Lugano è in palla, il Losanna molto meno. Nonostante il 2-0 i bianconeri non smettono di giocare e anzi, evidenziano ancor più i limiti tecnici e tattici degli avversari. Un’altra differenza evidente tra le due formazioni è nei tocchi di palla: il Lugano, grazie al filtro di Grgic in mediana e al supporto delle mezz’ali, con 2/3 tocchi trova sempre la verticale per gli esterni d’attacco o Celar stesso. D’altro lato, i ragazzi del Losanno fanno almeno 3 tocchi in più e portano molto più spesso il pallone, dalla fase di impostazione fino agli ultimi 16 metri. Testa bassa, partono palla al piede senza riferimenti o appoggi utili allo scarico. La nota più negativa per mister Magnin è infatti l’attacco, con Sene isolato, mal servito e sostenuto dal tridente Diabatè, Ilie e una delle mezz’ali che è sempre troppo lontano e quindi sempre in ritardo anche sulle ripartenze. In questa situazione il Lugano difende molto bene, ripiegando con un 4-4-2 appena persa palla e offendendo con almeno 5 uomini appena recuperata.

Lugano-Losanna-Cimignani
PH: Giacomo Foglia

Secondo tempo

Mister Magnin comprende le difficoltà dei suoi e cerca di cambiare musica nel secondo tempo. I primi cambi sono infatti per un attaccante e una mezz’ala: fuori un grigio Diabatè e Sanches, dentro Pafundi e Jamie Roche. È soprattutto con l’ingresso dell’italiano che il Losanna acquista molta più frizzantezza, dalle ripartenze allo scarico con massimo 2 tocchi. Con l’ingresso di Kablan al posto di Ilie al 57’ gli ospiti sviluppano la manovra con un 4-1-4-1, aumentando sia il pressing che le possibilità di riempire di più l’area per le imbucate esterne. Il Lugano cala leggermente a livello fisico e nella precisione dei passaggi, complice anche l’aggressività dei centrali romandi che ora vanno molto più spesso in anticipo sulle palle in verticale. Il Crus ricorre quindi ai ripari: dentro forze fresche -con Mahou, Macek e Vladi- e Lugano che sceglie di prediligere meno il fraseggio ma più le imbucate. Il lavoro di Grgic è magistrale, in quanto molto utile nell’abbassarsi tra i centrali, mentre in fase di copertura il blocco compatto del 4-4-2 vede come riferimenti davanti Renatone Steffen e il neo entrato Vladi.

Gli ultimi minuti sono concitati, con gli ospiti all’arrembaggio e il Lugano eccellente nella gestione psicologica del momento così come del pallone, grazie anche all’aiuto e alla tecnica del Nacho Aliseda. Dopo 5 minuti di recupero arriva il fischio finale di Cibelli: il Lugano chiude la regular season con 3 punti pesantissimi, che lo portano al secondo posto a quota 59 e al momento a sole tre lunghezze di distanza dallo Young Boys. La parte più calda della stagione è oramai alle porte, con i bianconeri impegnati già sabato 27 aprile con la semifinale di Coppa Svizzera a Sion. In attesa dei playoff, una cosa è certa: questo Lugano ha ampiamente dimostrato di saperserla giocare con tutti. Ha risorse tecniche, tattiche ma soprattutto umane – a partire proprio da mister Crus – che possono rendere questa stagione ancora più speciale di quanto non sia già stata. Da adesso -e soprattutto adesso- è tutto nelle mani dei bianconeri: e allora forza, Lugano!

MVP: Uran Bislimi, 8

L’intelligenza tattica dei migliori. Negli 85 minuti in campo racchiude tutto ciò che si può chiedere a una mezz’ala moderna: è sì goleador e rifinitore dal piede educato, ma anche working class hero che si sacrifica sempre per una corsa in più. Il classe 1999 si contraddistingue per una partita eccellente, fatta di tanta presenza in zona offensiva – suo il goal che apre le danze, a cui si somma l’assist per il 2-0 di Grgic – che di grande lettura e attenzione in fase di copertura. Si alterna meravigliosamente con capitan Sabbatini in fase di pressing, così come nello schermare i riferimenti a Custodio -puntualmente ingabbiato nelle linee bianconere-. Con un Bislimi così, soprattutto in questo ardente finale di stagione, Crus e compagni possono stare tranquilli.

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PH: Giacomo Foglia