Top e Flop della 4a giornata di Champions League: protagonisti, delusioni e sorprese
Anche la quarta giornata della nuova Super Champions League è giunta al termine, con conferme e sorprese fragorose che lasciano molto incuriositi i tifosi a metà della “fase a gironi”.
Il Liverpool di Slot ha passeggiato su un Leverkusen che sembra molto in difficoltà rispetto all’anno scorso, con i Reds che risultano essere l’unica squadra a punteggio pieno. Cade fragorosamente il Real al Bernabeu contro un Milan sorprendentemente solido e cattivo, che vince in casa dei Blancos dopo 15 anni… è crisi Real??
Il martedì è stato ricco di risultati inaspettati, come lo Sporting che all’ultima di Amorim giganteggia contro un City visibilmente in difficoltà dopo l’infortunio di Rodri, mentre il Lipsia di Rose continua la sua campagna europea difficile, rimanendo l’unica “big” a zero punti in quattro partite. Vince l’Inter soffrendo (fil rouge di questa Champions nerazzurra) ma senza rubare nulla contro un Arsenal anche sfortunato (poteva esserci un rigore per fallo di Sommer). L’Atletico del Cholo vince in modo incredibile una partita che sembrava destinata a finire 1-1, con un PSG che ha creato tantissimo ma senza impensierire più di tanto Oblak; i parigini sembrano non cambiare mai, a prescindere da giocatori e guida tecnica. Tra le big spiccano il Barcellona che giganteggia a Belgrado e il Bayern che non rischia nulla contro il Benfica, mentre la Juventus si ferma 1-1 contro il Lille, tra le più belle rivelazioni della stagione europea.
TOP 11 (4-3-3)
Mike Maignan (MILAN): Il portiere milanista non è nuovo a performance spettacolari nei big match. Dopo un paio di stagioni complicate dopo lo scudetto del 2022, Maignan ha tenuto a galla la sua squadra in tante occasioni con interventi belli e decisivi, questa settimana è stato più determinante su Mbappé e ha sfoderato una parata fondamentale su Brahim Diaz nel finale. Premio di Man of the Match più che meritato.
Jules Kounde (BARCELLONA): Contro la Stella Rossa il difensore francese ha giocato forse una delle sue migliori partite in maglia blaugrana. Una prestazione eccellente soprattutto in fase di spinta, coronata da tre assist. Le sue sovrapposizione lungo la fascia destra del campo hanno creato confusione nella difesa della squadra serba, incapace di contrastarlo. Con Hansi Flick Koundé sta diventando un giocatore completo, non solo capace di difendere, ma anche di impostare e supportare la squadra nella fase offensiva.
Thilo Kehrer (MONACO): L’ex difensore del PSG ha fatto una grande partita in entrambe le fasi di gioco. È stato il perno della difesa monegasca segnando anche il gol vittoria negli ultimi minuti della partita contro il Bologna di Vincenzo Italiano, conquistando tre punti che lanciano il Monaco, una delle belle sorprese di questa edizione della Champions League, a dieci punti in classifica.
Inigo Martinez (BARCELLONA): Il difensore blaugrana non era centrale con Xavi in panchina, ma con l’arrivo di Flick e gli infortuni di Andreas Christensen e Ronald Araujo è diventato uno dei leader della squadra catalana. Segna il gol che apre la partita e guida la difesa, un giocatore non di primo pelo (classe 1991), ma che con la sua esperienza risulta fondamentale come guida per I tanti giovani che il Barça sta lanciando negli ultimi due anni.
Berat Djimsiti (ATALANTA): Non solo gol in questa top11, il braccetto albanese della Dea ha portato una grande solidità in campo contro una squadra sempre insidiosa da affrontare (chiedere a Thiago Motta), risultando il migliore in campo. Tre salvataggi, di cui uno sulla linea, due tiri bloccati, 91% di passaggi riusciti e tanta solidità in fase difensiva per un giocatore che spesso passa inosservato, ma risulta da anni uno dei punti più solidi della squadra allenata magistralmente da Gasperini.
Tijjani Reijnders (MILAN): Il faro rossonero nella serata al Santiago Bernabeu. Il centrocampista classe 1998 sbaglia pochissimo (51 passaggi completati su 52 e due passaggi chiave). Costruisce, inventa e rifinisce, guidando i compagni a una storica vittoria al in casa dei Blancos che mancava dal 21 ottobre 2009, quando sulla panchina sedeva Leonardo (fatalità, madrelingua portoghese come Fonseca). Il gol finale non fa altro che coronare il momento magico che Reijnders sta vivendo con la maglia rossonera, al quarto gol nelle ultime tre partite giocate.
Malik Tillman (PSV): Una partita perfetta del giovane centrocampista del PSV, che ha seminato il panico nel centrocampo e difesa del Girone. L’americano ha messo in scena una prestazione totale: un gol, due assist, 6 contrasti a terra e 6 passaggi chiave. Gli assist che potevano essere addirittura tre se Luuk de Jong non avesse preso un clamoroso palo a portiere già battuto. Che il PSV ne stia tirando fuori un altro dei suoi? …
Georgiy Sudakov (SHAKHTAR DONETSK): Grandissima prestazione per il trequartista ventiduenne dello Shaktar Donetsk, 1 gol e 1 assist nel primo tempo per la giovane stella e capocannoniere del campionato ucraino. Il gol è una vera perla, che si è costruito con un uno-due con il compagno Eguinaldo e concluso con un tiro potente a incrociare da fuori area. In una partita molto combattuta a Gelsenkirchen il numero 10 classe 2002 si è preso la scena in grande stile.
Luis Diaz (LIVERPOOL): Prima tripletta in Champions League per l’esterno (ormai tuttofare d’attacco) colombiano, che annienta la squadra guidata proprio da una leggenda del Liverpool come Xabi Alonso. I suoi strappi a coprire tutti i lati dell’attacco e i movimenti a tagliare verso il centro hanno messo in grande difficoltà il sistema difensivo delle aspirine, che continuano a mostrare delle difficoltà rispetto alla scorsa incredibile stagione. In tanti nel Liverpool hanno giocato un’ottima partita, ma la copertina e il pallone del match devono necessariamente andare all’attaccante ex Porto.
Viktor Gyökeres (SPORTING CP): L’attaccante svedese è forse il centravanti più in forma in Europa. In questa edizione della Champions League il “Cannibale” è già a quota cinque gol in quattro partite, con lo Sporting che incredibilmente ancora imbattuto in questa competizione. Contro il Manchester City ha (stra)vinto il derby scandinavo dei numeri nove contro Erling Haaland, mettendo a referto una tripletta e zittendo tutti coloro che dopo la scorsa stagione avevano ancora dubbi riguardo il suo rendimento su palcoscenici di alto livello.
Nicolas Kühn (CELTIC): Partita eccezionale del numero 10 del Celtic, vero faro della squadra scozzese. Ha segnato i due gol che hanno ribaltato il risultato contro la il Lipsia di Marco Rose, che era passata in vantaggio con il gol di Baumgartner. Al momento non ha ancora esordito con la nazionale maggiore tedesca, ma le sue prestazioni non passeranno inosservate al giovane commissario tecnico Julian Nagelsmann.
Allenatore:
Ruben Amorim (SPORTING CP): Che bel modo di chiudere l’avventura portoghese per il tecnico dello Sporting. Amorim ha preparato una partita perfetta, sfruttando con grande intelligenza i punti deboli della squadra di Guardiola, orfana del Pallone d’oro 2024 Rodri. Senza il mediano spagnolo lo Sporting ha messo molto in difficoltà la difesa dei Cityzens, con verticalizzazioni fulminee a sfruttare la velocità di Gyökeres e dell’ex Barcellona Trincão. Amorim è riuscito a tenere altissima la concentrazione della squadra, nonostante il suo imminente addio per andare ad allenare l’altra squadra di Manchester. Vittoria più che meritata dei portoghesi contro i pluricampioni d’Inghilterra. Chissà se Amorim riuscirà ad avere lo stesso successo con i Red Devils e a scacciare la maledizione degli allenatori del dopo-Ferguson.
FLOP 11
Péter Gulácsi (RB LIPSIA): Per quanto non colpevole sui primi due gol del Celtic, è innegabile che sia stato suo l’“assist” ad Hatate per il gol del 3-1, per una mancata trattenuta su un cross non particolarmente difficile o pericoloso. Peccato perché fino a quel momento aveva fatto anche delle belle parate che avevano tenuto a galla la squadra tedesca.
Arnau Martínez (GIRONA): Sfortunata serata per il terzino classe 2003, che si ritrova davanti un giocatore dinamico e complicato da marcare come Noa Lang, abituato a giocare a questi livelli e che sta facendo un campionato di altissimo livello al PSV. L’espulsione complica inevitabilmente la valutazione della partita del prodotto del vivaio del Girona, che fino al secondo giallo aveva spinto molto con anche due passaggi chiave completati.
Tyrone Mings (ASTON VILLA): Una partita surreale per il difensore dei Villains, che ha causato uno dei rigori più strani che si siano visti di recente. In un momento di confusione ha raccolto la palla con le mani per consegnarla al Dibu Martinez per calciarla … peccato che la palla fosse ancora in gioco e l’arbitro si è quindi trovato a dover fischiare un rigore per il Club Brugge, trasformato con successo dal capitano belga Vanaken e decisivo ai fini del risultato. Una brutta macchia in una partita che tutto sommato non sarebbe stata considerata negativa per l’inglese.
Lucas Vázquez (REAL MADRID): Il terzino (adattato) del Real Madrid ha patito e non poco le sgroppate e l’estro di Rafael Leao, in una delle serate peggiori per i Blancos davanti al proprio pubblico. In tutta la partita non è riuscito a contenere la combo di fisico e tecnica dell’ala portoghese del Milan, con il risultato che il 10 rossonero chiude la partita con l’assist a Reijnders e un gol “procurato” a Morata. Il sostituto di Carvajal sta soffrendo più di quanto si pensasse …
Kalulu (JUVENTUS): Peccato perché la Vecchia Signora ha rischiato poco contro una delle squadre più sorprendenti di questa “Super” Champions. Tantissimi passaggi e tocchi a dimostrazione dell’importanza che Thiago Motta sta dando ai suoi difensori, sfortunatamente si fa imbucare e manca l’intervento sul lancio di Zhegova per il gol di David, che non sbaglia a tu per tu con Di Gregorio e porta avanti i Francesi.
Mikel Merino (ARSENAL): Avrebbe potuto guadagnare un rigore importante per portare avanti i Gunners nel primo tempo, non contento però decide di “regalare” un tiro dagli 11 metri a uno specialista come Calhanoglu. Macchia pesante sulla sua partita che porta sotto l’Arsenal, che non è riuscito a gonfiare la porta difesa da Sommer, e anzi ha rischiato in diverse occasioni di finire il primo tempo sul 2-0.
Chris-Kévin Nadje (FEYENOORD): Entrato sullo 0-1 per aiutare il Feyenoord a recuperare la partita contro il Salisburgo, peccato che la sua partita dura poco più di mezz’ora per un cartellino rosso assegnato tramite check al VAR al minuto 79’. Dopo il gol dello 0-2 al 58’ ed essere rimasti in dieci, per il Feyenoord poco c’è stato da fare, con gli austriaci che avrebbero potuto vincere anche 1-4 se non avessero sbagliato un rigore al minuto 85. Partita da dimenticare per il giovane ivoriano.
Kaan Kairinen (SPARTA PRAGA): Sfortunato il centrocampista dello Sparta Praga che nel tentativo di intercettare un cross, scaturito tra l’altro da un errore in impostazione del proprio portiere, risulta sfortunato nel rimpallo e insacca la palla nella propria porta. Sicuramente non aveva colpe per questo evento fortuito, però un autogol in un momento delicato della partita non può passare in secondo piano.
Luuk de Jong (PSV): Sembra paradossale vedere l’attaccante di una squadra che ha vinto 4-0 in una lista di flop, ma il fatto che l’ex attaccante del Barcellona è stato l’unico a “sfigurare” nell’attacco del PSV lo porta necessariamente sotto i riflettori. Il palo clamoroso colpito al 49’ probabilmente se lo ricorderà per qualche giorno, a coronare una prestazione senza marcature nonostante i 0,9 xGoals.
Erling Haaland (MAN. CITY): La macchina da gol del City conferma nuovamente di non essere ancora in grado di essere decisivo nei momenti di difficoltà della squadra. A parte un rigore (malamente) sbagliato, una prestazione incolore a tutto tondo per il codino biondo contro lo Sporting, che non è riuscito a evitare al City alla terza sconfitta consecutiva in tutte le competizioni.
Loïs Openda (RB LIPSIA): Prestazione molto sotto tono per l’attaccante belga classe 2000, che viene limitato bene dalla difesa scozzese insieme al compagno di reparto Sesko, ma se il secondo ha l’alibi della giovane età, Openda è un attaccante di livello internazionale pagato 43 milioni nell’estate 2023. Da un giocatore del suo livello ci si aspettano prestazioni ben diverse da quella di martedì sera: zero tiri in porta, zero dribbling riusciti e appena 23 tocchi in 82 minuti giocati. Emblema di un Lipsia in forte crisi in campo europeo.
Allenatore:
Marco Rose (RB LIPSIA): Per il Lipsia è necessario fare un discorso più ampio della sconfitta contro il Celtic.Da un lato c’è un Lipsia secondo in campionato grazie a una difesa solidissima, dall’altro invece c’è un Lipsia che in Champions League sta faticando terribilmente e con una difesa irriconoscibile. Attualmente la squadra si trova in fondo alla classifica, insieme a squadre di livello decisamente inferiore come Sturm Graz e Slovan Bratislava. La squadra di Marco Rose si trova in grande difficoltà, con addirittura nove gol subiti in quattro partite, e non sembra trovare soluzioni anche contro squadre sulla carta meno forti. Va detto che ha giocato contro squadre di alto livello come Liverpool, Juventus e Atletico Madrid, ma nei prossimi turni dovranno affrontare Inter, Aston Villa e Sporting. I tre punti contro il Celtic erano sacrosanti e necessari per sperare di centrare un posto al mega-playoff, ora la situazione è complicatissima.
FONTE DATI: SOFASCORE