THE ITALIAN JOB: STORIA DI UN FILM GIÀ VISTO
La nazionale italiana viene eliminata dal campionato europeo per mano della Svizzera: è di nuovo tempo di accuse e processi
Se la Svizzera è storicamente riconosciuta come uno dei paesi più cordiali e meno belligeranti in assoluto, lo stesso non si potrà più dire per quanto riguarda l’ambito calcistico. Della crescita notevole del movimento elvetico ne sa qualcosa l’Italia. Per ben due volte consecutive i rossocrociati eliminano gli azzurri da una competizione. Prima nelle qualificazioni ai mondiali 2022, poi nelle fasi a eliminazione diretta dell’europeo, la nazionale italiana si vede chiudere in faccia le porte verso la gloria dai cugini elvetici.
L’indomani dell’eliminazione porta, come da tradizione, ai consueti processi e alla tradizionalmente tricolore caccia al colpevole. è da sempre che la caccia alle streghe è uno degli sport più preferiti in assoluto dagli italiani. Restando in tempi recenti, i primi a farne le spese sono stati Ventura e Tavecchio ( celebre lo sfogo post Italia-Svezia di Sandro Pochesci. L’allora allenatore della Ternana raccogliendo i sentimenti popolari, si lanciò in un’audace filippica contro il sistema calcio italiano e la sua eccessiva esterofilia) costretti a lasciare i propri incarichi dopo la mancata qualificazione ai mondiali 2018. Con Mancini e Gravina le cose sono sembrate andare meglio (complici record di vittorie e la conquista di Euro 2020), tuttavia prima la Svizzera, poi la Macedonia, hanno riportato in auge lo spirito “vendicativo” del popolo pallonaro italiano disintegrando l’idillio illusorio creato dal tecnico jesino.
Oggi a finire nel mirino dei 60 milioni di ct azzurri sono Luciano Spalletti ed ancora una volta il presidente Gravina. Si sprecano le richieste incessanti di dimissioni per entrambi i responsabili (o quantomeno presunti tali) del fallimentare europeo azzurro. Le cause dell’ennesima debacle e dell’ulteriore ridimensionamento del sistema calcio italiano potrebbero tuttavia non essere così semplici.
Diversi sono i fattori che potrebbero essere analizzati per ricercare cause e soluzioni alla questione azzurra. Dalla fatiscenza e arretratezza delle strutture, dalle politiche giovanili e dalla mancanza di nuovi talenti (il solo Calafiori certamente, per quanto nota lieta, non è sufficiente) sembra che la situazione sia di difficile e di non immediata risoluzione.
Certamente pare essere la soluzione più semplice quella di addossare la colpa a Luciano Spalletti, ma sarà un caso che siamo dinanzi al terzo fallimento con tre commissari tecnici diversi?