Svizzera-Danimarca: un pareggio (quasi) inutile per la Nati
Termina 2-2 a San Gallo l’ultima gara dei rossocrociati in questa tornata di Nations League. Un punto che riaccende un flebile lumicino per la Svizzera che cerca di evitare la retrocessione automatica.
La Svizzera non riesce a sfatare il tabù Danimarca neanche in quest’occasione. La Nati, infatti, nella sua storia non è mai riuscita a conquistare una vittoria contro i danesi. In sette gare, gli elvetici sono riusciti a rimediare 4 pareggi e 3 sconfitte dal lontano 14 ottobre 1998 nell’ambito delle qualificazioni all’Europeo fino ad oggi in questa Nations League che vede la truppa di Yakin ultima nel girone a un punto.
Primo tempo d’equilibrio e il vantaggio elvetico
La prima frazione di gara si svolge all’insegna dell’equilibrio tattico. Le due compagini si studiano e la partita si svolge principalmente a centrocampo, fra (tanti) errori da parte di entrambe le compagini e le poche occasioni frutto di sporadiche ripartenze che si risolvono perlopiù in un nulla di fatto.
Il primo tiro della contesa è al 20′ da parte dell’ex Inter Eriksen e finisce docilmente fra le braccia del portiere di Gregor Kobel. Le trame di gioco interessanti latitano. I danesi si dimostrano un pelo più precisi e qualitativi nel palleggio , mentre i padroni di casa si affidano ad un giro palla basilare e scarno, che in passato ha sancito i migliori risultati della squadra di Yakin.
In attacco ci si affida ad un crossing game che passa dall’avanzata di Ulisses Garcia ed Edimilson Fernandes. Ed è proprio dal terzino ex Fiorentina e Young Boys che parte l’azione che porta al vantaggio rossocrociato. Un bel cross dalla destra permette a Freuler con il destro di trafiggere Schmeichel dalla corta distanza.
Poco meno di un minuto e la Danimarca si riporta in vantaggio sfruttando una dormita collettiva su calcio da fermo. Xhaka “serve” la palla per la battuta direttamente ad Eriksen. Il 10 danese con un pallone morbido serve subito Isaksen in posizione avanzata che di furbizia fa passare la palla sotto le gambe di Kobel e riporta la parità al Kybunpark.
I rossocrociati provano a riproporsi in avanti appena se ne presenta l’occasione. Poco prima di rientrare negli spogliatoi, Dorgu travolge un Embolo piuttosto evanescente e la Svizzera conquista così un calcio di rigore prezioso, capitalizzato da Zeki Amdouni, ispiratissimo in questa prima frazione.
C’è la voglia ma manca il guizzo, finisce in parità
Sull’onda del vantaggio conquistato nei minuti finali del primo tempo, i rossocrociati affrontano con maggior propositività la seconda frazione di gioco.
Il ct Knudsen corre ai ripari per cercare di contenere l’avanzata elvetica e ridisegna l’attacco: fuori i poco incisivi Grønbæk e Højlund per Wind e Skov Olsen per provare a conferire maggiore dinamicità ai rossobianchi. Fuori anche Gustav Isaksen in favore di Jens Stage, tuttocampista con il vizio del gol di proprietà del Werder Brema.
La Svizzera sembra aver ritrovato una certa dose di determinazione e voglia di rimanere aggrappati alla gara. I ritmi si alzano leggermente rispetto alla prima frazione dove erano piuttosto bassi, con gli elvetici che si fanno spesso chiudere dai danesi compatti e ben messi in campo. Al 69′ la Danimarca si propone in avanti con un cross dalla destra raccolto da Højbjerg che con grande intelligenza serve Eriksen libero di calciare un rigore in movimento e riagguantare un pari nella loro unica azione pericolosa nella ripresa.
Il resto della gara procede tra azioni poco incisive dei rossocrociati e la strenua difesa danese che non vacilla, complice anche la poca efficacia della Nati in fase offensiva. In generale, nella nebbia sangallese, sembra regnare lo scoramento e il risultato finale è un 2-2 tutto sommato giusto per i valori e la prestazione messa in campo dalle due squadre.
Considerazioni finali
Questo pari conferma il trend negativo intrapreso dai rossocrociati nel corso di questa Nations League. Permangono i problemi difensivi come testimoniato dalle reti subite anche in questa gara, che mostra ancora una volta tutti i limiti tecnici e motivazionali della retroguardia svizzera. Son ben 10 le reti subite in 4 partite e la grande organizzazione rossocrociata riconosciuta da più parti in passato appare ormai un lontano ricordo.
Anche la fase offensiva lascia parecchio a desiderare: 3 gol in 4 gare sono un rendimento molto al di sotto di prestazioni considerabili accettabili e anche questa sera si è vista la totale incapacità del reparto offensivo di rendersi realmente pericoloso, con più elementi apparsi appannati e poco serviti.
A tutto questo, c’è da chiedersi quale contributo possa apportare l’attuale guida tecnica della Nazionale. La Nati appare scarica, priva di stimoli e incapace di rivedere la luce in fondo al tunnel ora che lo spettro della retrocessione in Nations League appare più che una semplice eventualità. Inoltre, tenendo presenti i mezzi limitati a disposizione di Yakin e il ricambio generazionale da assimilare dopo la partenza dei senatori, appare chiaro come servano ulteriori opzioni tattiche al piano gara iniziale.
I prossimi impegni della Svizzera saranno il 15 novembre al Letzigrund contro la Serbia e il 18 dello stesso mese contro la capolista Spagna.