La partita del FC Lugano contro il FC Zurigo al Letzigrund si è conclusa con una sconfitta per 2-1, ma questa partita ha offerto più di un semplice risultato negativo. In un pomeriggio estivo festoso, segnato dall’addio di Antonio Marchesano ai tifosi zurighesi, il Lugano ha vissuto momenti di difficoltà e speranza, culminando con la consapevolezza di aver raggiunto un traguardo storico: il ritorno in Champions League dopo 23 anni.

Un inizio complicato

Il FC Lugano è sceso in campo con alcune modifiche significative nella formazione. L’assenza di Doumbia ha permesso a Espinoza di partire titolare sulla fascia destra, mentre Belhadj e Celar hanno preso il posto di Sabbatini e Vladi. Tuttavia, il Lugano è apparso sin dall’inizio in difficoltà, forse anche a causa dell’atmosfera festosa che ha di certo caricato i padroni di casa.

Già al 10° minuto, il Zurigo ha trovato la via del gol. Dopo una serie di ripartenze pericolose, Kamberi ha segnato sugli sviluppi di un calcio d’angolo, lasciando il Lugano in svantaggio. I primi venti minuti sono stati caratterizzati da difficoltà nel contenere le offensive degli avversari, con Okita e Afriyie particolarmente attivi.

La reazione del Lugano

Nonostante lo svantaggio, i ragazzi di Mattia Croci-Torti hanno cercato di reagire. Bislimi e Steffen hanno provato a impensierire Brecher con tiri da fuori area, senza però trovare il gol. L’approccio aggressivo del Lugano, che cercava di giocare uomo su uomo, non è stato sufficiente a limitare le occasioni pericolose degli zurighesi.

Un episodio controverso ha segnato la fine del primo tempo: Belhadj, in un’incursione palla al piede, è stato atterrato in area, ma l’arbitro ha deciso di non assegnare il rigore, ammonendo invece Croci-Torti per proteste.

Un secondo tempo di speranza

Il secondo tempo è iniziato con il Lugano che ha cercato di spingere sull’acceleratore. Un’azione ben manovrata ha portato Espinoza a mettere in mezzo un cross teso che Bislimi non è riuscito a deviare per questione di centimetri. La squadra di Croci-Torti ha continuato a crederci, con Bottani in evidenza, ma non è riuscita a concretizzare le occasioni create.

Quando sembrava che il pareggio fosse nell’aria, una disattenzione difensiva ha permesso a Okita di trovarsi a tu per tu con Saipi. Il primo tiro è stato respinto, ma il secondo ha trovato la rete, portando il risultato sul 2-0. Dopo un lungo controllo del VAR, il gol è stato convalidato, mettendo ulteriormente in salita la partita per il Lugano.

La lotta fino alla fine

Croci-Torti ha tentato il tutto per tutto, inserendo Cimignani e Mahou per Belhadj ed Espinoza. Questi cambi hanno subito portato vivacità all’attacco del Lugano, ma la difesa zurighese ha retto bene l’urto. Gli ingressi di Nacho e Sabbatini hanno ulteriormente aumentato la qualità in campo, ma il Lugano ha continuato a sprecare sotto porta, con Sabbatini che ha fallito una clamorosa occasione per il 2-1.

Un gol tardivo ma importante

Il meritato gol del Lugano è arrivato troppo tardi, grazie a un delizioso tiro da fuori area di Cimignani che ha tolto le ragnatele dall’incrocio dei pali. La partita si è quindi conclusa sul risultato di 2-1 per il Zurigo, che ha festeggiato la qualificazione in Europa League davanti al suo pubblico.

Un occhio al futuro

Nonostante la sconfitta, i tifosi del Lugano hanno avuto motivo di festeggiare grazie alla vittoria dello Young Boys contro il Servette, che ha garantito al Lugano la qualificazione alla prossima Champions League, 23 anni dopo la l’ultima partecipazione. Questo traguardo rappresenta un’enorme opportunità per il club e i suoi tifosi, che ora possono sognare di nuovo in grande.

Il futuro sembra luminoso per il FC Lugano, con una squadra che ha dimostrato di poter competere ad alti livelli e un allenatore che ha saputo guidare i suoi giocatori con passione e determinazione. L’avventura nei preliminari di Champions League sarà una nuova sfida, ma anche un’opportunità per dimostrare il valore del calcio svizzero sulla scena internazionale.

Migliore in campo

Yanis Cimignani (8): Entra con voglia, grinta e tanta qualità in quel piede sinistro che al primo spazio concesso non sbaglia e trafigge Brecher. Tanta roba