Nuova Champions League: fine della fase a girone unico e l’incognita dei playoff
La classifica finale del girone è rimasta in bilico fino all’ultima partita, con alcune squadre che hanno dimostrato la loro forza e altre che, invece, hanno deluso le aspettative. Delle trentasei compagini che hanno partecipato alla massima competizione europea, solo le prime otto hanno conquistato l’accesso diretto alla fase a eliminazione diretta, mentre le altre sedici qualificate dovranno affrontare i playoff. Con la conclusione della prima fase della nuova Champions League e l’avvicinarsi dei playoff, è possibile trarre le prime conclusioni sul controverso nuovo format introdotto dall’UEFA.
Mercoledì 29 gennaio si è conclusa la prima fase della nuova Champions League 2024-2025. Il torneo entra ora nel vivo con i playoff e il delinearsi dei sedicesimi di finale. Il Liverpool finisce primo nel girone con sette vittorie su otto partite disputate, dimostrando di essere, in questo momento, la migliore squadra in Europa. La squadra inglese è prima anche in Premier League, riuscendo a rimanere competitiva in tutte le competizioni nonostante l’addio di Jürgen Klopp dalla panchina dei Reds.
Al secondo e terzo posto ci sono il Barcellona e l’Arsenal a quota diciannove punti. Entrambe le squadre hanno trovato la loro miglior forma nella massima competizione europea, faticando invece maggiormente nei campionati nazionali. Il Barcellona è infatti terzo in Liga dietro alle due squadre di Madrid, perdendo diverse partite contro formazioni sulla carta nettamente inferiori. L’Arsenal invece si sta trovando ad affrontare una crisi di infortuni a giocatori chiave come Saka e Gabriel Jesus, mettendola in difficoltà nel gestire il doppio impegno.
Tra le prime otto spiccano a sorpresa anche Lille e Aston Villa, autentiche rivelazioni di questa edizione della Champions League. La squadra francese, guidata dal centravanti candese Jonathan David, ha dimostrato di essere una squadra temibile, riuscendo a battere sia il Real che l’Atletico Madrid. Gli inglesi fanno invece affidamento su Unai Emery, uno degli allenatori in attività più vincenti nelle competizioni europee, che sta ancora una volta mostrando il suo valore a livello internazionale.
In questa nuova Champions League non mancano tuttavia squadre che hanno deluso e che hanno avuto un rendimento inferiore alle aspettative. Real Madrid e Bayern Monaco, per motivi diversi, hanno avuto difficoltà soprattutto nelle prime partite del girone. I Blancos hanno faticato a trovare un equilibrio e a riuscire a valorizzare un tridente che con l’arrivo di Mbappé è diventato ancora di più galactico. I bavaresi invece hanno faticato ad avere costanza di rendimento, probabilmente dovuto all’arrivo di Vincent Kompany come allenatore della prima squadra. Si tratta di un allenatore promettente, ma molto giovane e alla prima esperienza in un club prestigioso come il Bayern Monaco.
Ma la più grande delusione di questa edizione della Champions League è senza dubbio il Manchester City. I Cityzens stanno attraversando un periodo complesso di transizione, con l’arrivo di diversi nuovi innesti in questa sessione di calciomercato. I risultati del sorteggio dei playoff non aiutano la squadra di Guardiola, che si giocherà l’accesso ai sedicesimi nel big match contro il Real Madrid. Si tratta di una partita che vale una stagione, in cui è assolutamente vietato sbagliare.
Un ulteriore delusione è stata il Lipsia, che ha concluso il girone con una singola vittoria, non qualificandosi nemmeno per i playoff. Risultati altamente insufficienti per una squadra che per il talento che ha a sua disposizione poteva e doveva fare di più.
La UEFA si è presa un grande rischio a rivoluzionare il format degli otto gironi, una formula che negli anni ho riscosso molto successo. Il rischio di introdurre un unico girone da trentasei squadre, almeno per questa prima edizione, ha però ripagato sia in termini di spettacolarità, ma anche e soprattutto in termini di meritocrazia, base fondamentale dello sport. Con questo nuovo format, la qualificazione deve essere conquistata sul campo, offrendo alle squadre sulla carta minori con progetti sportivi ambiziosi la possibilità di competere con club di tutt’altro livello e con maggiori risorse. L’Atalanta rappresenta un esempio di società virtuosa, che negli anni, attraverso un progetto sportivo sostenibile, è passata da lottare per non retrocedere a giocare alla pari con il Barcellona in Champions League.
Il format non è tuttavia privo di difetti e problematicità. La classifica unica può risultare dispersiva e confusionaria, rispetto alla formula precedente con gli otto gironi da quattro squadre. Inoltre, come la sfida ai playoff tra Manchester City e Real Madrid dimostra, c’è un rischio maggiore di perdere squadre importanti già nella prima fase della competizione. Un elemento positivo per la meritocrazia, ma negativo per i ricavi e lo spettacolo nelle sfide a eliminazione diretta.
È ancora troppo presto per capire se questo nuovo format sia migliore rispetto al precedente. L’unica cosa certa è che mai come quest’anno gli esiti della fase a girone siano stati sorprendenti, offrendo partite entusiasmanti ai tifosi e agli appassionati.