La sconfitta in casa contro la Juventus evidenzia ancora una volta le solite pecche dei rossoneri. Le scelte sbagliate del tecnico e quelle di mercato della dirigenza hanno condannato il Milan ad un’altra sconfitta?

All’indomani della rocambolesca sconfitta contro la Juventus in casa da parte del Milan sul banco degli imputati finiscono ancora una volta il mister Stefano Pioli e la dirigenza. Il match contro i bianconeri sembrava abbastanza equilibrato fino al minuto 40, quando un’ingenuità di Thiaw su Kean permette ai bianconeri di sfruttare la superiorità numerica per circa 60 minuti di gioco.

La colpa di tale errore è da imputare al solo Thiaw o anche alla scelta di effettuare il pressing nella trequarti avversaria, lasciando i centrali in duello praticamente solitario con gli attaccanti avversari da parte del tecnico milanista? La situazione che porta il giovane centrale rossonero ad errare contro la Juventus è praticamente la stessa che lo ha condannato alla gogna contro l’Inter: verticalizzazione rapida (e male contrastata) degli avversari con la squadra rossonera sbilanciata in pressing alto che coglie a campo aperto l’attaccante nell’1vs1 col centrale rossonero (la scarsa esperienza completa poi l’opera). Thiaw (così come con Thuram in diverse azioni nel derby) sbaglia la marcatura su Kean e si fa prima raggirare, poi commette ingenuamente fallo da ultimo uomo per un rosso sacrosanto estratto da Mariani ai suoi danni. Il mix di spregiudicatezza tattica e inesperienza risulta quindi per l’ennesima volta fatale.

Sarebbe stato opportuno puntare su un altro centrale difensivo dalla maggiore esperienza (anziché sul giovanissimo Pellegrino) in sede di mercato estivo? Probabilmente si. Un altro errore evidenziato ieri riguarda la scelta nelle sostituzioni: Adli per Krunic e Giroud per Jovic. Il centrocampista bosniaco rimpiazza il franco-algerino (fino a quel punto tra i più pericolosi) inanellando una serie di errori che culminano con la fortuita deviazione che causa il gol della vittoria bianconera su tiro dalla distanza non particolarmente pericoloso di Locatelli. L’attaccante serbo invece palesa la sua scarsa condizione atletica risultando praticamente assente dal campo e facendo venire meno uni dei riferimenti offensivi principali nella metà campo avversaria (ancora più necessario in situazione di inferiorità numerica).

Si palesano così i limiti che molti tifosi imputano al tecnico di Parma e ai paletti societari in campagna acquisti. La scarsa produzione offensiva dei rossoneri (soprattutto nei big match: 1 solo gol segnato tra Inter, Newcastle, Borussia e Juve)  getta ombre sulla preparazione della stessa da parte di Pioli (il gioco sembra convergere troppo su Leao o Pulisic, quindi nella ricerca ossessiva della giocata del singolo) e sulle scelte di mercato della dirigenza: Il mancato arrivo di Taremi per rimpiazzare il quasi 40enne Giroud e la scelta low cost di Jovic non hanno finora portato alcun elemento per migliorare la concretezza della fase offensiva rossonera.

Ora i rossoneri sono attesi dallo spauracchio PSG per rimettere in piedi una qualificazione che sembra quasi compromessa. Riuscirà Pioli a porre rimedio agli errori di Milan-Juve e a riconquistare la fiducia di molti tifosi scettici?

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