Le pagelle di Spagna-Germania
Una Spagna tutta possesso e verticali mette in difficoltà la Germania. La sblocca Morata nel secondo tempo, la riprende una sassata di Füllkrug. 1-1 finale, si deciderà tutto all’ultima giornata.
http://gty.im/1445015433SPAGNA 6,5
Unai Simon 6: partita buona, dove come spesso accade alterna grandi parate e prese sicure a giocate rischiose coi piedi. Questa volta non può nulla sul goal tedesco.
Carvajal 6: meno offensivo che in veste Real. Stava per commettere un errore sanguinoso nel primo tempo con un passaggio orizzontale, poi fa buona guardia.
Rodri 6: primo tempo attento, più per la mancanza di pericoli tedeschi che per altro. Cala nel secondo e nel finale rischia di farsi infilare da Sanè. Nel complesso, una prova sufficiente.
Laporte 6,5: gioca da regista difensivo, sventaglia e apre spazi. Si perde Rüdiger sull’1-0, ma per sua fortuna era fuorigioco.
Jordi Alba 6: giocatore di spinta, che stasera non era molto ispirato. È tenuto a bada da Gnabry e si fa vedere poco davanti, ma la sua leadership si sente sempre in campo e fuori.
Gavi 6,5: tra le linee, sempre elegante, con la palla attaccata al piede a fare gioco. Apre spazi e fa giocare bene i compagni. Stasera è semplicemente meno concreto.
Busquets 6: immortale Sergio, a fare schermo davanti alla difesa, smistare palloni e dare l’equilibrio che serve. Non avrà il dinamismo di 10 anni fa, ma a questa squadra è sempre utile.
Pedri 6,5: è bello a vedersi, leggero come pochi e sempre con una grande naturalezza nel giocare a calcio. Così come Gavi non incide negli ultimi 20 metri, ma il suo lo ha fatto.
Ferran Torres 5,5: sempre largo, pronto a ricevere i cambi campo della squadra. Viene spesso cercato per ribaltare gioco, ma è impreciso nel controllo sull’assist di Olmo e sul clamoroso goal sbagliato a porta semivuota.
Asensio 5,5: impreciso all’inizio, dà sempre l’idea di essere pericoloso. Poi però si isola, cerca sempre di risolvere la partita con un’illuminazione che non gli riesce praticamente mai. Una voce bella, squillante, ma un pochino fuori dal coro.
Dani Olmo 6,5: inizia subito con una sassata che impensierisce Neuer. Vede gioco, mai una palla fuori posto e maestro di scelte, come la palla arretrata su taglio di Ferran, che però manda in curva. C’è solo un però: a volte spegne l’interruttore, così come la sua Nazionale. Stavolta è accaduto dal 75’, dove lui e la Spagna hanno smesso di attaccare troppo presto.
Morata 7: fa quello che la Spagna non riesce a fare il primo tempo: goal. Un tocco semplice, su un taglio da centravanti vero che dimostra come questa squadra abbia bisogno di un terminale offensivo. Sempre generoso e di qualità: in una sola parola, imprescindibile.
Williams 6,5: fastidioso sulla destra. Crea e allunga la difesa iberica, nonostante a volte sembra voglia strafare. L’impegno c’è, la voglia pure: sufficienza meritata.
Koke 6: mister “Lucio” si affida alla sua esperienza e alla sua abitudine a lottare nell’Atletico. E infatti fa questo: meno tecnico rispetto a molti suoi compagni, prova a farsi sentire col fisico e la garra. Una prova da Koke.
Balde: s.v.
All. Enrique 7: nel pre-gara aveva promesso di dedicare la vittoria a sua figlia Xana, tragicamente scomparsa nel 2019. Purtroppo, non ci è riuscito. Capisce che Asensio è isolato e ha bisogno di un terminale offensivo: la scelta di Morata era la più logica e si è rivelata vincente. La squadra gioca bene e la sua mano si vede. A prescindere dal risultato, questa Spagna con lui al timone può andare davvero lontano.
http://gty.im/1445017905GERMANIA 6
Neuer 5,5: il miglior Neuer ce lo ricordiamo in Brasile nel 2014. Inizia con un intervento maldestro sul tiro di Olmo, ma soprattutto è abbastanza impreciso coi piedi. Non da lui, che ha rivoluzionato il ruolo del portiere.
Süle 5,5: nel primo tempo è sempre attento in chiusura sulle incursioni di Olmo e Asensio. Poi però si perde il taglio di Morata dell’1-0, che ci impedisce di dargli sufficienza piena.
Kehrer 5: disordinato, spesso fisico e a volte scomposto. Un solista che non sembra seguire lo spartito di Flick. Da rivedere.
Rüdiger 6,5: a modo suo si fa sempre sentire, non solo in difesa. Che sia un tiro da fuori o con la cattiveria agonistica che lo contraddistingue, Toni c’è. E si sente.
Raum 6: di guardia su Ferran Torres, con cui inizia una gara di scatti. A volte è un po’disordinato, prova a spingere ma non incide. Nel complesso non combina danni.
Kimmich 6: col suo passo da ragioniere, svolge un lavoro da backoffice e di normale amministrazione. Poco pericoloso negli ultimi 25 metri, dove ci si aspetta sempre qualcosina in più da lui, quantomeno in zona assist.
Gündogan 6,5: inizia la gara a uomo su Busquets e lo oscura bene. Perno, schermo, libera Goretzka per il quasi 1-0 di Gnabry. A questa squadra, lì in mezzo al campo, serve eccome.
Gnabry 6: parte largo, pronto a tagliare alle spalle dei terzini. Questa sera è impreciso, sia con i tiri da fuori che in area di rigore. Non si ricordano fiammate in stile Bayern.
Goretzka 6: imbecca subito Gnabry con una bella verticale. Fa legna con Kimmich e si spende anche in copertura. Una partita di sacrifico per lui, ma così come per il suo compagno di reparto, qualche guizzo offensivo tra inserimenti o conclusioni ce lo si deve sempre aspettare.
Musiala 7: tonico, frizzante, generoso in chiusura anche sui corner. È il cervello e il cuore di una Germania che vuole vincere ma che è poco ispirata là davanti. Abbassa la testa e sembra voglia scartare il mondo. È anche dentro l’azione del pareggio di Füllkrug: a questa Germania serve come il pane.
Müller 5: partita difficile per lui, poco cercato dai compagni e di conseguenza inesistente.
Füllkrug 7: entra molto bene in partita. È fisico, vivace e sempre al centro dell’attacco. Spacca la porta con un missile che scaccia gli spettri tedeschi. Forse la Germania ha trovato il suo bomber per questo Mondiale.
Sanè 6,5: il suo ingresso non svolta la partita, però la cambia. Anche lui sempre frizzante, crea occasioni e quasi fornisce l’assist per l’1-2 nel finale. Non sempre preciso, però dimostra la reazione tedesca.
Schlotterbeck 6: prova a smuovere le acque e quasi ci riesce, col filtrante che libera Sanè che per poco non trova Füllkrug in area. Anche lui cerca una reazione in una partita dove c’era bisogno di forze fresche.
All. Flick 6: la scelta di mettere 2 attaccanti non è casuale, con un Müller che non vede palla e un attacco non ispirato. I cambi sono azzeccati, ma questa Germania è stata ancora troppo povera di iniziative individuali. Meno fraseggio e più concretezza, con verticali in velocità -Gnabry e Sanè- forse potrebbero aiutare di più. Un allenatore esperto come lui saprà risistemare la squadra.