Il day after il fallimento degli Azzurri ad EURO2024
Fra disfattismi, riconferme e scenari futuri cerchiamo di capire come si dipanerà il futuro della Nazionale italiana all’indomani della sconfitta subita contro la Svizzera.
Fiumi di inchiostro e di parole sono stati spesi dai maggiori rotocalchi e dai siti d’informazioni per delineare i contorni della sconfitta patita dall’Italia ieri, a Berlino, per mano della Svizzera. Un 2-0 senza possibilità di appello con i rossocrociati che hanno messo in atto un’onestissima prestazione. Un tipo di gara che ci si aspettava più dagli Azzurri favoriti, almeno sulla carta, piuttosto che dagli elvetici. Svizzera che ha dimostrato, così come allo scorso Europeo, di essere una squadra attenta, ordinata e compatta, che ha saputo esprimere un calcio efficace e pulito, capace di impensierire gli Azzurri, protagonisti di una prestazione horror come poche se ne sono viste a questi livelli. Nessuna cattiveria agonistica, grinta, mordente per una selezione che, fino a pochi anni fa, aveva fatto del collettivo e della capacità di mostrare freschezza e orgoglio le sue cifre migliori.
Ora in molti si chiederanno che ne sarà del ct Luciano Spalletti e dell’uomo che lo volle fortemente per succedere a Roberto Mancini, transfugo in Arabia Saudita, Gabriele Gravina, già più volte nel mirino delle critiche durante il suo mandato. Senza nessuna pretesa di addentrarci in complesse analisi sistemiche di fantapolitica applicata al pallone, proviamo a tracciare quelli che possono essere alcuni scenari realistici nell’immediato.
La narrazione delle scuole calcio e del talento
Quando si assiste a débacle simili, si aprono le porte ai disfattismi e alle teorie più astruse per giustificare quanto successo. Da subito c’era chi non vedeva l’ora di tirare fuori il solito luogo comune per cui le scuole calcio uccidono fin dalla culla la fantasia e la tecnica delle giovani promesse e che nel Belpaese si è smesso di giocare a calcio negli oratori, per le strade, nei campetti, e dunque la speranza di risollevarsi è minima (se non nulla). A costoro bisognerebbe ricordare che il meglio l’Italia lo ha espresso proprio grazie a quel grande serbatoio di talento che sono gli Azzurrini (U19 e U17 in particolare), spesso sfociato in ottimi piazzamenti o in vittorie di tornei importanti (si veda proprio l’U17 quest’anno).
A dar man forte a questo tipo di narrazione, c’è chi si appella invece alla mancanza di talento, alla scarsità di mezzi di cui disporrebbe la rosa dell’Italia. Ma perché, per avere ragione di una buona, a tratti ottima Svizzera, bisognerebbe disporre di superstar planetarie? La Svizzera ha dei grandi interpreti, Akanji e Xhaka su tutti, ma è la forza del collettivo ad aver avuto la meglio. E poi, i discorsi sulle scuole calcio e la mancanza di talento valgono soltanto per l’Italia? Qual è il livello del campionato e delle academy di cui dispone la Svizzera? Eppure, il nostro Paese è la dimostrazione evidente che con meno mezzi e infrastrutture e una cultura calcistica sicuramente minoritaria rispetto ad altri paesi, si possa fronteggiare a testa alta le big che fanno del calcio la loro ragione di vita.
La permanenza di Luciano Spalletti
Forse, a questo punto, conviene forse interrogarsi sulla scelta di Spalletti come commissario tecnico. A suo tempo, la scelta fu salutata giustamente come meritocratica e corretta. Un riconoscimento alla grande bravura e alle indubbie capacità del tecnico di Certaldo, spesso sottaciute da certa stampa quando si trovava in piazze calde e difficili come Roma e Milano.
Tuttavia, già fra diversi addetti ai lavori, ci si chiedeva se un tecnico conosciuto per essere un uomo di campo, artefice di un calcio bello, propositivo, ma difficile da assimilare in tempi brevi, potesse essere indicato per giungere a grandi risultati nel più breve tempo possibile. Roberto Mancini, con una rosa forse leggermente superiore sulla carta, aveva avuto molto più tempo prima di presentarsi agli Europei e, dopo la vittoria del titolo nel 2019, ha accusato il colpo. Si è adagiato sugli allori e non ha più saputo rinnovarsi, anzi, ha contribuito a sabotare involontariamente gli Azzurri tra convocazioni scellerate e prestazioni più che discutibili, culminate con il disastro contro la Macedonia del Nord.
Forse quel che ha bisogno Spalletti è tempo per far introiettare ai giocatori le sue tante nozioni di gioco. O forse potrebbe aver bisogno di recuperare qualche elemento, magari più funzionale ai suoi dettami tattici. La volontà dell’attuale ct sembra quella di voler proseguire l’avventura sulla panchina azzurra, ma il rischio che quest’esperienza si concluda con le dimissioni non è da escludere, anche se visto il tempo e la fiducia accordati alla precedente gestione tecnica tenderebbero a far scartare questa ipotesi. E poi, non da ultima, c’è la questione Gravina da dirimere.
Il futuro di Gravina e la qualificazione ai Mondiali
L’attuale presidente della Figc siede sul banco degli imputati ogni qualvolta l’Italia si macchia di prestazioni imbarazzanti. A settembre, sempre ammesso che sarà lui a sedere sullo scranno più elevato, sarà chiamato, assieme al ct, a dare un segnale vibrante in vista degli impegni di Nations League che vedranno contrapposti l’Italia a Francia ed Israele. Due sfide importanti poiché da queste gare si decideranno le qualificazioni per il Mondiale americano del 2026. Spalletti, da questo lato, è forte di un contratto che lo tutelerebbe proprio fino al Mondiale e suggerisce l’idea di un ciclo lungo, che può proseguire nonostante l’intoppo di EURO2024. Discorso diverso per Gravina che, entro marzo del 2025, dovrà affrontare le nuove elezioni per decidere
il futuro della guida della Federazione.
Indipendentemente dai risultati, è chiaro che realisticamente, in vista degli impegni di settembre, la parola chiave potrebbe essere stabilità. Si cercherà di andare avanti centrando la qualificazione al Mondiale e dando modo a Spalletti di macinare ancora più esperienza alla guida della Nazionale. Questa sembra essere una delle ipotesi più accreditate, a meno di clamorose dimissioni da parte di uno dei due o di entrambi. È certo che nelle prossime ore, dovremmo sapere qualcosa in più per bocca dei canali istituzionali della Figc stessa.