Periodo indemoniato per la squadra di Inzaghi, tra vittorie e domande

Altra sosta e altro focus: stavolta cosa è cambiato dall’ultima pausa nazionali?

Sette partite, cinque vittorie e due pareggi tra campionato e Champions per l’Inter, dati che fanno pensare ad un notevole cambio di marcia rispetto all’inizio a rilento dei nerazzurri, ma ognuno di questi risultati porta con sé, oltre che punti, anche delle domande. Nelle ultime sette partite, l’unica gara dove l’Inter non ha mostrato segni di cedimento è stata nel 3-0 rifilato all’Empoli, dove i milanesi si sono trovati in maggioranza numerica sin dall’inizio. Oltre a questo incontro la squadra di Inzaghi ha sempre sofferto in ogni singolo match, sia in quelli più agevoli sia in quelli più difficili, a ciò sarebbe inutile ribadire ancora una volta la differenza tra la squadra interista dell’anno scorso con quella di adesso, sono tutti bravi a tirare paragoni nei momenti critici: ciò che sembra non funzionare nell’Inter, nonostante i risultati positivi, è la propria imprevedibilità, che porta con sé affanno in costruzione e difficoltà in fase difensiva e offensiva.

Bugs nell’Inzaghi-ball

Per la prima volta Inzaghi si ritrova ad affrontare la stagione con gli stessi uomini della scorsa, squadra campione d’Italia riconfermata infatti con lo stesso identico blocco di titolari con piccoli addizioni, notizia pressoché positiva sia per la società che per la tifoseria, ma anche per le squadre avversarie. In un calcio italiano composto da tanti allenatori preparati tatticamente al massimo, vedere come Inzaghi provi ad usare ancora la stessa formula vincente usata la scorsa stagione, con gli tessi uomini, li rende veramente contenti, rendendo più facile lo studio dei punti deboli dei campioni d’Italia. In campionato, nonostante il buon posizionamento in classifica, anche le squadre più piccole sulla carta sono riuscite a neutralizzare il gioco inzaghiano, e addirittura sottomettere l’Inter nella propria area. la neutralizzazione del gioco provoca soprattutto una difficoltà enorme in fase difensiva interista, colta impreparata e deconcentrata perché abituata a mantenere le redini del gioco senza mai perdere palla, subendo 14 goal in 12 partite di campionato. La partita contro la Juve è stata la dimostrazione perfetta di come le piccole falle nella macchina perfetta dell’Inter esistono, e ciò rende gli stessi giocatori nerazzurri vulnerabili e affannati nei momenti chiave.

Doppia faccia

Il volto della squadra cambia decisamente in Champions, con 10 punti in 4 partite si trova in Pole position per un posto negli ottavi, sei goal fatti e ben zero subiti. Certo il livello di studio delle partite non è quello che c’è in Serie A, ma qualche volta si ha anche l’impressione che quest’anno l’Inter alla Champions ci pensa veramente, ovviamente non si parla di snobbare una competizione e preferire un’altra, anche perché si sta parlando di un club che ogni anno punta a tutto senza distinzioni, ma la dualità è notevole.

Inzaghi senza ombra di dubbio cercherà di trovare stabilità più che continuità di risultati, perché le vittorie ci sono e nessuno può negarle, ma prima o poi, senza nuovi spunti, le difficoltà possono ingigantirsi, rendendo difficile una stagione che si prospetta quella più faticosa di sempre.

Caso Bombers

L’assetto di gioco scelto da Simone Inzaghi negli anni è rimasto pressoché invariato e poche sono state le innovazioni nell’11 titolare proposte nel corso delle varie stagioni e perlopiù legate ad esigenze di mercato. Dopo la stagione monstre dello scorso anno di Lautaro Martinez e l’avvio scoppiettante di Marcus Thuram, in attacco si registrano alcuni problemi di quest’Inter. Se è vero che il Toro si è speso molto fra campionato, coppe nazionali ed europee e Albiceleste e ha avuto poco tempo di rifiatare, è anche vero che la sua leadership in campo in queste ultime settimane appare altalenante. Autore di gol decisivi contro Roma e Venezia, ma fantasmatico in altri incontri, il capitano ha bisogno di ritrovare sé stesso e si spera che questa pausa nazionali – nonostante sia stato convocato – possa servire.

Oltre a questo, è presto per poter parlare ancora di caso Taremi, ma il bomber iraniano merita un discorso a parte. Arrivato a zero all’Inter, era lecito supporsi che il numero 99 portasse in dote gol ed esperienza, specialmente in match bloccati e spesso lo si è visto giocare più da seconda punta, abbassandosi e facendo da raccordo per i compagni, sacrificandosi molto e creando sponde. Altro discorso per Arnautovic e Correa che sembrano, allo stato attuale, poter contribuire poco ad allungare il parco attaccanti a disposizione di mister Inzaghi e non è un caso che per i due si parli di una probabile cessione, anche nell’immediato.

L’ora di inserire?

Per quanto riguarda il centrocampo, Inzaghi decide ad ogni gara di andare sul sicuro, puntando sui suoi fedelissimi nonostante alcuni segnali – Mykhitaryan su tutti- facciano presagire la necessità di trovare altre soluzioni, specialmente a livello tattico. Ad ora, l’Inter dovrebbe capire cosa fare con Frattesi (pagato più di 30 milioni) e Asllani, oramai ritenuto da molti come inadatto a giocare ad altissimi livelli.

In difesa invece, complici alcune assenze, si è vista maggiore alternanza fra gli interpreti. In questo caso, è più opportuno parlare di problema di reparto piuttosto che dei singoli giocatori. Una menzione la merita l’elvetico Yann Sommer, in fase calante da tempo nonostante qualche sparuto intervento. Bisognerà vedere come e quando avverrà il graduale inserimento di Josep Martinez: l’iberico, arrivato dal Genoa per 13.5 milioni, fino a qui non ha trovato spazio nelle partite ufficiali e per un eventuale inserimento se ne riparlerà probabilmente durante la Coppa Italia quest’inverno.

Società

Sono passati pochi mesi da quando il fondo californiano OakTree ha rilevato il club dal predecessore Steven Zhang. Diversi esperti di economia e finanza si chiedono quale potrà essere il futuro di questa leadership a stelle e strisce e ci si chiede che direzione prenderanno Alejandro Cano e soci. Stando a quanto riportato da Il Sole 24 Ore, gli scenari possibili sono due: una permanenza del fondo di investimenti per un periodo di almeno tre anni, di modo da proseguire con il trend positivo di ripianare e risanare la difficile situazione economica dell’Inter oppure di vendere già nell’immediato ad un nuovo acquirente.

Le ipotesi più recenti, sempre secondo l’autorevole quotidiano, prevedono la mediazione del colosso Goldman Sachs nelle trattative per rintracciare eventuali nuovi compratori. Ma non è detto che altri nomi non tornino di moda, come quello dell’imprenditore finlandese Thomas Ziliacus.

L’intento dichiarato dell’attuale proprietà è quello di ringiovanire la rosa, creando valore aggiunto attraverso l’acquisto e la crescita dei giovani. In questa direzione vanno intesi gli acquisti di Palacios e Martinez: una linea verde che può apparire, se gestita con sapienza, come una strada da seguire per il futuro tramite un mix bilanciato di giocatori d’esperienza, occasioni di mercato e prospetti da lanciare alla ribalta. Mentre alcuni commentatori, vedono questa strada come un ridimensionamento nel medio-lungo periodo. Vedremo se questa strategia porterà i risultati sperati e come si tradurrà da qui ai prossimi mesi.