Negli ultimi anni il club catalano ha attraversato un periodo complicato, caratterizzato da una crisi non solo economica, ma anche identitaria. Con l’arrivo di Xavi come allenatore la celebre La Masia, il settore giovanile blaugrana, è tornato a essere centrale, portando alla formazione di un nuovo gruppo giovane e ambizioso sotto la guida dell’ex tecnico del Bayern Monaco Hansi Flick

Il 25 novembre 2012 è una data che i tifosi del Barcellona non dimenticheranno mai. L’era Guardiola si è appena conclusa con la vittoria della Copa del Rey, della Supercoppa di Spagna, della Supercoppa europea e della Coppa del mondo per club.

L’eliminazione contro il Chelsea di Roberto di Matteo in semifinale di Champions League e la vittoria della Liga del Real Madrid con in panchina José Mourinho, hanno portato Guardiola a lasciare il club che l’ha reso grande sia da calciatore, ma soprattutto da allenatore.

Il vice Tito Vilanova viene promosso ad allenatore della prima squadra e decide di far giocare contro il Levante una formazione composta esclusivamente da giocatori provenienti da La Masia, eccezion fatta per il terzino brasiliano Dani Alves, che verrà sostituito al quindicesimo minuto per infortunio dal canterano Martin Montoya, che giocherà per l’Inter nella stagione 2015-2016 senza però convincere. 

Questo momento rappresenta un punto di svolta per il Barcellona. Il club, che ha sempre investito nel proprio settore giovanile, ha cambiato la propria filosofia con l’arrivo di Josep Maria Bartomeu come presidente del club blaugrana. Al posto di aspettare con pazienza i giovani, il club ha deciso di spendere cifre importanti per giocatori già maturi e affermati.

I risultati sportivi, almeno inizialmente, sono positivi. Sotto la guida dell’ex tecnico della Roma Luis Enrique arriverà infatti nel 2015 la quinta e ultima Champions League, con uno dei tridenti più prolifici e spettacolari della storia del calcio moderno, ossia la famosa MSN composta da Lionel Messi, Luis Suarez e Neymar Jr. Tuttavia, dopo questa straordinaria annata, che si concluderà con la conquista di uno storico Triplete, il Barcellona entrerà in una profonda crisi. La cessione record di Neymar per 222 milioni e gli acquisti fallimentari di Coutinho (135 milioni), Dembélé (135 milioni) e Griezmann (120 milioni) hanno portato il club catalano ad avere importanti debiti, che si sono aggravati con la pandemia di Covid-19 nel 2020. La situazione precaria del club si è unita a risultati sportivi deludenti, come la storica sconfitta contro il Bayern Monaco per 8-2. L’addio di diverse leggende, come Messi, Sergio Busquets e Jordi Alba, non ha fatto altro che peggiorare una situazione già difficile e complessa.

L’arrivo di Joan Laporta come nuovo presidente e di Xavi sulla panchina blaugrana ha portato a un cambiamento importante. La situazione economica ha infatti obbligato il club a puntare nuovamente sui giovani de La Masia, portando alla scoperta di una nuova generazione di grandi talenti. Dall’esplosione di Pedri (classe 2002), Gavi (classe 2004) e Fermín López (classe 2003), quest’ultimo vincitore dell’oro olimpico alle Olimpiadi di Parigi da assoluto protagonista, fino alla scoperta del giovanissimo difensore centrale Pau Cubarsi (classe 2007) e del talentuoso esterno offensivo Lamine Yamal (classe 2007), il Barcellona ha riscoperto la propria identità, ciò che ha reso grande questo storico club. 

Dopo la stagione 2023-2024, caratterizzata da incomprensioni e polemiche, Xavi decide di dimettersi, lasciando però una squadra dal potenziale interessante, con molti giovani e giocatori di grande esperienza come Robert Lewandowski e il capitano Marc-André Ter Stegen, all’ex commissario tecnico della nazionale tedesca Hansi Flick.

L’allenatore tedesco ha continuato ad affidarsi ai canterani, dando fiducia a giocatori come il terzino sinistro Alejandro Balde (classe 2003), e i centrocampisti spagnoli Marc Casadó (classe 2003) e Marc Bernal (classe 2007), che purtroppo si è infortunato a fine agosto con la rottura del crociato sinistro. 

Nella scorsa settimana il Barcellona ha dovuto affrontare una serie di partite non semplici, ossia la sfida in Champions League contro il Bayern Monaco e El Clásico contro i rivali del Real Madrid allenati da Carlo Ancelotti. Il club catalano, forse con la miglior prestazione da quando Flick è stato nominato allenatore, ha battuto per 4-1, dopo sei sconfitte consecutive, la squadra bavarese. Sabato a Madrid i blaugrana si sono anche aggiudicati El Clásico numero 258 (escludendo le amichevoli), con una prova di forza in cui la difesa alta e la trappola del fuorigioco hanno giocato un ruolo fondamentale.

Il Barcellona, dopo un periodo di smarrimento in cui è venuto a mancare un progetto sportivo a lungo termine, sembrerebbe aver ritrovato la via per poter tornare a essere competitivo in tutte le competizioni in modo più sostenibile. 

È ancora troppo presto per poter affermare che sia tornato il Barcellona degli anni della gestione Guardiola, ma sicuramente questo gruppo composto da giovani talenti e veterani sta suscitando l’interesse non solo dei tifosi culers, ma di tutti gli appassionati di calcio internazionale.