Un’Inter buona ma poco cinica batte di misura la Roma a San Siro
Finisce 1-0 il match di ieri sera grazie alla marcatura di Thuram. Il grande ex della partita, Romelu Lukaku, non pervenuto così come la Roma, complici le numerose assenze.
Un risultato risicato, alla Scala del Calcio, per quelle che sono state le inerzie della gara. Termina con una sola rete nei minuti finali il match di ieri che ha visto contrapposti Inter e Roma. Una partita dominata sul piano del gioco dai nerazzurri per 90 minuti, complice una Roma spuntata (ben 5 i titolari assenti) e che ha prodotto, in termini offensivi, davvero poco per impensierire Inzaghi and co..
Uno spartito chiaro ancor prima della gara
Fin dai giorni precedenti l’incontro, l’impressione è che le due squadre arrivassero all’appuntamento in condizioni differenti. L’Inter, nonostante un paio di inciampi contro Bologna e Sassuolo, veniva da un periodo di forma positivo, che gli ha permesso di rimanere a cavallo tra il primo e il secondo posto in Serie A e di guadagnare un secondo posto nel girone di Champions League, a pari punti con la Real Sociedad prima per differenza reti.
La Roma, dopo il disastro del 28 settembre targato Genoa (uscita sconfitta per 4-1), aveva ritrovato un po’ di continuità in termini di risultati inanellando un filotto di cinque vittorie consecutive contro Frosinone, Servette, Cagliari, Monza e Slavia Praga.
Ed è proprio al termine della sfida contro i cechi che Mourinho ha dichiarato: “Affrontare l’Inter è come giocare contro due squadre diverse (…) L’Inter ha tanta benzina, noi tanta difficoltà”. Un modo furbo per riconoscere realisticamente valore all’avversario e, al contempo, sgravarsi da eventuali responsabilità in caso di prestazione e risultato poco convincenti.
La Roma vista a San Siro, infatti, è stata poca cosa. L’Inter si è proposta fin dai primi attimi in avanti e la prima grande occasione arriva dopo 5’ con la traversa di Chalanoglu. Ne passano altri dieci (15’) e Rui Patricio è costretto a compiere un miracolo su Marcus Thuram, uno dei migliori in campo in questa prova.
Le occasioni per i nerazzurri si sprecano. Al 16’ l’ennesima conclusione d’esterno da parte di Dimarco finisce a lato di poco. L’Inter fa la gara e la Roma attende l’occasione giusta per ripartire, che non arriva, e riesce a far suoi pochissimi palloni. I ritmi generali della gara, da ambo le parti, sono piuttosto lenti.
Poco prima della fine del primo tempo (37’) Pavard spreca un’altra grande occasione a pochi passi da Rui Patricio. Termina così la prima frazione di gara a reti inviolate con l’Inter che non è riuscita a concretizzare nessuno dei numerosi tiri (12 a 0) realizzati.
La sblocca Thuram che consegna 3 punti preziosi
La seconda frazione di gara segue il copione messo in atto nel primo tempo. La Roma prova per diversi minuti ad affacciarsi timidamente nella trequarti avversaria ma lo fa timidamente, sbagliando molti palloni e non rendendosi mai realmente pericolosa.
La prima e unica occasione della gara per i Capitolini arriva al 66’ con un colpo di testa di Cristante, che trova la pronta reazione di Sommer che para e sventa il pericolo.
I ritmi della gara si sono fatti ancora più bassi, se possibile, in questa ripresa. A tratti, nonostante sia chiaro quale sia l’andamento della gara, si ha l’impressione che l’Inter, al netto della grande trazione offensiva e della mole di potenziali occasioni prodotte, pecchi di carattere e di cattiveria nel proporsi in avanti.
Ci pensa Marcus Thuram, sotto gli occhi del padre Lilian presente allo stadio, all’81’ a sbloccare una gara che si stava rendendo complicata più di quanto previsto, almeno dal punto di vista dei meriti e del risultato. Il francese, osservato speciale di questo incontro, si porta così a quota 4 gol e 5 assist in Serie A confermando lo stato di forma strepitoso vissuto in questo avvio di stagione.
Prestazione sottotono invece dell’attaccante Romelu Lukaku, grande ex della gara accolto con indifferenza dai compagni e con sonori fischi dagli oltre 70mila spettatori presenti a San Siro. Servito poco, spesso assente in fase di copertura, mai pericoloso in avanti. Il gigante belga non è riuscito ad imporsi nonostante sia uno degli uomini più in forma di Mourinho e abbia messo a referto 5 gol in 8 presenze in campionato e 3 gol in 3 match di Europa League.
Valutazione generale di Inter e Roma
Più che la partita è interessante poter parlare delle due squadre in generale. Si può constatare come l’Inter dopo tre anni presenti un’identità di gioco tendenzialmente votata al possesso palla e al dominio della gara, ma che non disdegna intelligentemente di poter affidarsi ad un attacco mobile che gli consente di essere efficace nelle ripartenze.
In questo Inzaghi è bravo, ma come la gran parte degli allenatori sconta ancora qualche pecca. Una gestione delle forze e dei cambi non sempre ottimale (ad esempio Pavard in questa gara) unite alla mancanza di una mentalità cinica e cattiva in certi frangenti permangono. Inzaghi è stato abile a fornire un impianto di gioco da squadra europea che mancava nelle precedenti gestioni ma in termini di resa mentale può e deve fare meglio se vuole imporsi nella lotta scudetto.
La società gli ha consegnato una squadra forte nei singoli, dalla rosa lunga e profonda, che sconta alcuni limiti negli innesti per far rifiatare Lautaro e Thuram. Arnautovic e Sanchez ad oggi sono pressoché ingiudicabili e in partite come quella contro la Roma, con un avversario chiuso, si percepisce la mancanza di quel Taremi (contesi quest’estate con i cugini rossoneri) che avrebbe potuto fare comodo.
Per quel che riguarda la Roma è doveroso premettere che non è da partite come questa che è possibile tirare conclusioni lapidarie sullo stato di cose della squadra di Mourinho. Si può affermare, però, che la compagine della Capitale, anche con avversari meno quotati, si affida sempre allo stesso tramaccio tattico e che più che i singoli, quel che manca è un sistema di gioco codificato che prescinda dagli spunti individuali e che si riconosca in un impianto ben definito.
Il mercato estivo ha consegnato all’allenatore diversi nomi interessanti (Lukaku, Renato Sanches, Paredes, Aouar, Ndicka) e, infortuni a parte, dopo tre anni di gestione Mourinho, si fa fatica a intravedere qualcosa in più, oltre a una certa organizzazione difensiva e all’agonismo messi in campo in diverse gare.
Il cammino in Europa fino ad oggi è stato proficuo per entrambe, ma è dal campionato che passerà la stagione sia di Inzaghi che di Mourinho. La vittoria della seconda stella per i nerazzurri e la qualificazione alla Champions League dei giallorossi peseranno molto sulla valutazione che le due società saranno costrette ad effettuare a stagione conclusa.
Il cammino è ancora lungo e sarà fondamentale per entrambi correggere gli aspetti maggiormente problematici per cercare di portare a casa gli obiettivi richiesti dalle rispettive dirigenze.
Ora la testa andrà a questo weekend dove l’Inter affronterà questo sabato l’Atalanta in trasferta, mentre gli uomini di Mourinho torneranno all’Olimpico per sfidare il Lecce, domenica alle 18.