Austria-Francia: les Bleus soffrono ma hanno la meglio di misura
A decidere l’incontro un’autorete di Wober. Gli uomini di Rangnick tengono bene il campo ma non riescono a rendersi quasi mai veramente pericolosi. Primi tre punti importanti per i francesi in attesa di capire se Mbappé potrà recuperare in vista dei prossimi impegni.
Ieri sera, alla Merkur Spiel-Arena di Dusseldorf, è andato in scena uno dei match più attesi alla vigilia di EURO 2024. Austria e Francia si sono affrontate in una serata che doveva promettere emozioni e spettacolo, ma che invece ha deluso le aspettative. Gli uomini di Deschamps, infatti, superano la truppa di Rangnick per una rete, anzi un’autorete del difensore Wober, senza spingere troppo sull’acceleratore, in una serata con ben pochi sussulti o lampi di genio.
A tenere banco nel post-partita, più che le considerazioni tecnico-tattiche sulla gara, le discussioni sulle condizioni del fuoriclasse Kylian Mbappé, reduce da un brutto scontro di gioco in cui si è rotto il naso ed ha dovuto abbandonare il campo nei minuti finali. Stando a quanto dichiarato dalla Federcalcio francese in un comunicato, la stella ex Psg non si opererà nell’immediato e utilizzerà una maschera per scendere in campo in sicurezza. Il ritorno potrebbe già avvenire per venerdì a Lipsia, nel match serale contro l’Olanda.
Poche occasioni per parte, regna la noia
Nei primi frangenti della gara è la Francia a controllare il pallone e a proporsi in avanti, sfruttando le sgroppate di Mbappé e Dembelé. La prima occasione infatti arriva all’8′ grazie al passaggio azzeccato di un buon Adrien Rabiot in veste di mediano che serve il numero 10 francese che con il destro cerca di infilare Pentz sulla sinistra, ma il portiere del Brondby ha la meglio.
I minuti passano e la partita si fa più accorta con i transalpini che cedono pian piano il passo agli uomini di Rangnick e si preoccupano più di rimanere attenti in fase di copertura e di sfruttare qualche ripartenza per far male. Al 36′ Sabitzer serve Baumgartner che ha la miglior occasione fino a questo momento della gara e spreca a tu per tu con Maignan che chiude perfettamente lo specchio della porta.
Tempo due minuti e arriva il vantaggio dei Bleus da un traversone di Mbappé che trova la testa di Wober che commette un pasticcio e spiazza il suo portiere con un autogol inaspettato. Si chiude così il primo tempo, senza particolari acuti e con la sensazione che nella ripresa si possa assistere ad un copione già visto troppe volte quando gioca la Francia.
I transalpini soffrono, ma non è una novità
Infatti, la ripresa si svolge esattamente come i tifosi più attenti si potevano già immaginare, in virtù dello stile di gioco al quale Deschamps ha abituato i suoi conoscitori da diversi anni a questa parte.
La Francia, nonostante abbia avuto le migliori occasioni per poter consolidare il suo vantaggio, non riesce a capitalizzare e conquista i primi tre punti del girone D in maniera sofferta. Infatti più che la cronaca della partita, che ha offerto ben pochi lampi e si commenta da sé, a nostro avviso è più utile commentare la filosofia messa in atto dalle due squadre.
Quando si parla dei transalpini siamo ben consci dell’enorme valore delle risorse a disposizione, potendo disporre di almeno due formazioni titolari da schierare in vista di appuntamenti importanti come gli Europei. In quest’ottica, possiamo pure comprendere l’esigenza di dosare attentamente le energie e le forze in vista degli sfibranti impegni di questo girone, forse il più difficile della competizione.
Ciò che colpisce di più, però, è la continua riproposizione negli anni di un sistema di gioco fine a sé stesso, attendista, estremamente conservativo, incapace di svilupparsi in termini di proposività e che si affida al gran solista, al guizzo estemporaneo e mai ad idee forti che vadano oltre il semplice creare densità dietro la linea di centrocampo e ripartire appena se ne presenti l’occasione.
I risultati ottenuti negli ultimi anni, tra vittorie di Mondiali, Europei e finali raggiunte sembrano dare ragione all’attuale guida tecnica. Tuttavia, il calcio è uno sport in continua evoluzione e vedremo se sarà sufficiente proseguire su questa linea nell’immediato futuro e se un’altra idea di Nazionale sarà possibile, dati i grandissimi mezzi di cui godono i francesi in questo momento storico.
L’Austria riparte da Berlino per recuperare fiducia
Un discorso a parte merita invece l’Austria di Ralf Rangnick, fautrice di una prestazione buona ma non sufficiente per avere la meglio su un rivale che rimane più forte sulla carta.
Il Das Team si presenta spuntato ad Euro 2024 mancando dei suoi diamanti più puri (Alaba, Schlager, Lainer) e nonostante ciò non ha assolutamente sfigurato in questo esordio, mostrando applicazione e carattere, nonostante il pronostico chiaramente sfavorevole. Le squadre di Rangnick, infatti, da sempre si contraddistinguono per il pressing, l’alta intensità e la volontà di mantenere il possesso e sprazzi di queste idee si sono visti nella partita contro la Francia.
Siamo sicuri che già dalla prossima partita contro la Polonia all’Olympiastadion di Berlino – match fondamentale per le sorti del girone – gli austriaci avranno maggiori occasioni per mettersi in mostra, così come hanno fatto nelle amichevoli pre-torneo in cui il rullino di marcia reca scritto 4 vittorie e 1 pareggio in 5 gare contro avversari quali Svizzera, Germania, Serbia, Turchia e Slovacchia.
Così come siamo sicuri che in un girone di ferro come questo, dove anche l’Olanda non starà ferma a guardare, l’Austria abbia tutti i mezzi per potersi qualificare se non come seconda, fra le migliori terze dei vari gironi. Vedremo quale sarà il responso del campo.